martedì 30 luglio 2013

Epilogo


UNO

Il colore , il colore è talmente importante che senza la giusta dose di luce su di esso avremmo opere senza vita,semi immerse nell'ombra perenne.
Il colore va dato,se ad olio,non diluito in massima parte, ma semi asciutto cosi com'è . L'olio diluente da usare è quello di papavero,che non ingiallisce o comunque impiega molto piu tempo ad ingiallire e non fa tendere il blu alla viridescenza verde.
Il colore crea forme,non sagome.
Anche una pennellata è una forma,non ha contorno definito,a meno che non decidessimo noi di fare ciò.
Il colore crea,spezza,unisce,velocizza un determinato contesto e può rendere uniforme una superficie descrivendo un contenuto,un contesto,una concezione.

La prima opera d'arte che mi fece tremare l'anima fu un opera di Mark Rothko esposta al Palazzo delle Esposizioni,a Roma.
Non ricordo se fosse l'ultimo anno di liceo,e se lo era,allora dovrei scrivere questo post su MOD.
Ma dato che le mia memoria conserva immagini sbiadite,aimé,continuo qui.
Era un opera di grandi dimensioni,sui 4 metri per lato. Fu dipinta dal Rothko con colori forti,un qualcosa che dal rosso fiamma passava morbidamente a un giallo fluo,e nel passaggio,nella zona centrale s'intravedeva una linea fuxia brillante.
Tutto il colore era uniformemente dato  in maniera eccelsa,lo stacco del rosso al giallo non esisteva.
Era come vedere un tramonto ,ma un tramonto molto molto più luminoso di quello che vediamo tutti i giorni.
Date le dimensioni,sembrava di immergersi nell'opera,ed era questo quello che voleva Rothko,immergersi , entrare nell'opera,confrontarsi e paragonarsi ad essa riconoscendo la sua superiorità.

Quando ci confrontiamo con qualcosa che abbiamo creato,non facciamo altro che riconoscere di essere superiori a noi stessi.
L'uomo è incatenato al pensiero che può fare bene,ma non riconosce che può sbalordire se stesso e superare se stesso e disorientare e mandare in estasi l'anima.

Mandare in estasi,uno scopo assai difficile.

DUE

Mi manca Jacopo,mi ha invitato l'altra sera a venire a Roma,ad un party ( -banana party-, credo sia diventato gay) ,ma avevo già un appuntamento e purtroppo ho dovuto dirgli di no.
Mi manca Luigi,oramai uomo d'ufficio in cravatta perenne,futuro sposo e forse ministro dell'istruzione.
Mi manca Andrea Perroni,il ragazzo d'oro che passa le giornate a studiare design e a dare esami infiniti.
Mi manca Matteo,l'uomo di cultura ,instancabile viaggiatore e mangiatore di libri.
Mi manca Tiziano Casola,visto tanto tempo fa,sempre identico a se stesso,sempre con una canzone da comporre e un gruppo da sciogliere.
Mi manca Livio,che,adesso come adesso,non sò bene che diamine stia facendo.

Ogniuno immerso dentro i cazzi suoi.
E mi pare giusto.

TRINO

Si sono aperte delle porte molto grandi,una luce è apparsa dall'altra parte,quasi indistinguibile è la figura che si cela oltre.
Procederò lentamente e costantemente,tenendo d'occhio lo stretto corridoio da percorrere e scegliendo bene la porta da aprire,o il treno su cui salire.






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