domenica 16 giugno 2013

Usato sicuro

L'aria era calda , non si appiccicava alla pelle,le stelle stavano cosi lontane che nemmeno il piu grande ladro del mondo le avrebbe potute rubare.
Mi chiamò Sam.
" ehi amico,a che punto sei? noi stiamo giu a prenderci un caffè al bar centrale"
"senti Sam,sto andando alla macchina adesso,mi fermo a fare benzina e arrivo"
"ook ok "
Riattaccai.
Decisi di vestirmi alla moda anni 80,blu jeans mocassini camicia di lino dentro i jeans e cinta di pelle marrone.
Mancava la pistola,poi il provino per Romanzo Criminale era passato.
Andando verso est trovai per strada qualche puttana,erano sempre le stesse.
Non andavano in pensione,loro. Non prendevano uno stipendio fisso,al contrario,prendevano qualcosa ogni giorno ma non era uno stipendio.
Oltrepassai quelle povere donne in minigonna.
In città ne giravano di altre,ma queste erano piu "civilizzate" e poi comunque gli bastava un pò di esperienza sul campo per diventare come le loro colleghe.
Parcheggiai vicino l'ospedale,di fronte l'ex abitazione di mio fratello.
Mi incamminai,per strada giravano molti ragazzi tutti con lo stesso taglio di capelli,rasati ai lati e al centro un enorme gigantesco drittissimo ciuffo.
Forse erano alieni,forse era la moda,forse era la tv.
Andai al centrale,beccai Sam e Dan assieme a tre tizi sballati e magri.
Li salutai,salutai tutti,avevano appena preso dei rum.
Gli aliti erano pesanti,sobrietà e cazzate volteggiavano sopra le loro teste come uccelli rapaci.
Uno dei tre,quello piu basso e goffo,tirò fuori un discorso cosi :
"oramai io vado in giro co le valiggette di roba,sono divenatto uno forte,uno grosso io "
E l'altro,quello alto e magro come avesse la rogna in faccia gli rispose
"see e io allora? io smercio da qui a nord ho mile contatti e mille puttane ecco basta che chiamo e tutti sono qui a leccarmi i piedi "
Non mi piacque l'ambiente,la cassiera del bar era una ragazza sui venti,aveva capelli lisci scuri e occhi celesti,occhi bellissimi,piu cristallini dell'acqua di Palmarola.
Aveva un tatuaggio su una gamba,un tatuaggio enorme. Era appoggiata con i gomiti al bancone e non faceva che fissare uno specchio.
Non sò cosa stesse guardando,sò solo che quello specchio aveva visto tanta gente,e considerando il posto,non era gente di classe.
Salutai tutti ,rimasero sbalorditi.
Poi la barista tirò fuori un piccione da sotto il tavolo,un piccione bianco che sbatteva le ali freneticamente.
Entrarono in quel momento due incapppucciati,armati di ferri,che inciamparono sul gradino oltre il tappeto del locale cadendo a terra,morti.
Decisi che era ora,prima di dissolvermi,tirai un ultima occhiata alla barista; stava mangiando il piccione,lo aveva in bocca,tutto,qualche penna fuoriusciva,alcune erano a terra.
In un attimo fui alla macchina,all'aperto,al fresco. Non giravano ne ubriaconi ne ambulanze,solo fantasmi e ombre.
Era diventato un paese troppo stretto e troppo piccolo.
Era diventato un paese per giovani vecchi.

Accesi la macchina,partiva. Era una notte magica,come quella del film "Ritorno al futuro".

Tornando a casa,scorsi un cartellone con i risultati delle elezioni.
C'erano le facce dei due nuovi sindaci,rielletti anche questa volta.
Sotto una scritta " Usato sicuro "

1 commento:

Matteo R. ha detto...

E' incredibile quanto i tuoi ultimi post siano piacevoli e in progressione positiva. Son contento