giovedì 6 giugno 2013

Inception

PARTE 1

Faceva caldo,l'era glaciale artica di fine Maggio aveva tirato le cuoia.
Di fronte il negozio si fermava il mitico autobus blu,il cotral,quello che prendevo per andare a scuola quando ero pazzo , quando tutto contava davvero ma io ero troppo impegnato a fare e dire cazzate e non mene accorgevo.
Erano i tempi in cui mi chiamavano francescooh , altri tempi , altre storie , altro blog.
Adesso.
Ora? Ora lavoro nel "negozio storico" di bellearti e vernici più vecchio e figo di Nettuno.
Quando stacco da un restauro vado a fumarmi una sigaretta arrotolata,quella col tabacco Pueblo dentro.
Mi appoggio all'entrata del negozio,mela accendo,e guardo il mondo,rilassato.
Di fronte ho la stazione , piena di indiani pellerossa,americani a cavallo e giappominchia tredicenni .
Quasi spesso (ed è preoccupante) passano ragazzine tutte acchiattate,sui 14 , che sparano frasi tipo " ho fatto una sega a Said cioé " , " poi jo detto a quaa bocchinara " , " cci sua joo preso n'mano ".

Eviterò di avere una figlia .

Ieri fu una giornataccia , la mattina la passai ai magazzini a tagliare cornici,in piedi,tra trucioli e polvere e il pomeriggio a fare su e giù per Nettuno.

PARTE 2

Il titolare del negozio mi incaricò di andare a prendere una specchiera a casa di una anziana signora , verso est , dalle parti delle giostre sul lungomare.
" devi andarmi a prendere una specchiera, a casa di una vecchia rompipalle "
"prendo la macchina?"
"no vai a piedi,è quà,dietro l'angolo "
( 2 km)
"vabbene allora prendo il carrello "
"sta verso le giostre, al 45 , non puoi sbagliare, si chiama Susanna "
"Susanna,45,vado"

Uscii dal negozio,carrello in mano,le ruote gommate filavano sul marciapiede come le gomme di una ferrari .
Andai verso est,tagliai per viuzze nascoste,dietro il Comune.
Per strada tante facce, i muri carichi di poster politici , tutti quei ritratti giganti,tutte quelle scritte tipo " ora credici!" oppure " il tempo per cambiare!".
Per cambiare Stato.
Erano le 5 del pomeriggio e faceva caldo,entrai in una via desolata,polverosa,vuota. Camminando mi sembrava di sentirla, la voce di Sergio Leone che diceva "ciak!".
Poi svoltai a destra,l'inquadratura riprendeva sempre le superga verdi e i miei occhiali rayban scintillanti.
Fui sulla strada del lungomare,mi fermai,avevo sudato un pò,avevo sete.
Vidi l'entrata di un palazzo,fuori c'era il numero civico : 89.
Decisi di andare verso la gelateria,feci un paio di metri, 94 .
Mi voltai,tornai verso il comune,contando i numeri.
Arrivai nei pressi dell'altra gelateria,Biancaneve. Era una gelateria vecchia,un buco,c'era da quando ero bambino e facevo il paggetto alla festa della Madonna delle Grazie.
Poi mandai affanculo una bidella e la mia carriera da paggetto svani.
Il civico era 45.
Mi arrivà un messaggio sul telefono,era il capo,mi aveva scritto il numero di telefono della signora Susanna.
Lo lessi,la chiamai.
Il telefono squillò.
Squillò ancora.
Ancora.
Qualcosa rispose.
La voce era tremolante,rauca,una sorta di scatarrozzo intonato da un tenore.
"proonto????"
"buonagiorno signora sono "
"proooonnttooo pronnttoooooo???"
Alzai la voce.
"SIGNORA BUONAGIORNO,SONO IL NEGOZIO,PER "
"Ah si ecco vengo scendo subiito"
Attaccò.
Faceva sempre piu caldo,sudavo,le ascelle sudavano acido muriatico,i jeans erano bollenti,le scarpe erano come mattoni.
Attesi l'arrivo di qualcuno.
Attesi 5 minuti.
Mi squillò il cellulare,era il negozio.
"Fra,sei con la signora?"
"no,la sto aspetttando"
"ma sta scendendo?"
"è da cinque minuti che aspetto ancora non scende"
"occhio che è una....strana..."
"in che senso??"
Riappese.
Mi squillò nuovamente il cellulare,era un numero .
"pronto?"
"ma dov'è????"
"signora Susanna?"
"Susanna?? chi è Susanna? io mi chiamo Rosanna"
"ok signora sono qui ad aspettarla"
" aspettarlaa?? ancora? l'ho aspettata cinque minuti qui sotto il mio palazzo ma lei non c'era giovanotto"
"mi scusi,anche io la sto aspettando,ma dov'è?"
Io stò qui sul lungomare,al 95"

Capiii che ero in mano al destino,beffardo.

"Signora sto arrivando al 95,due minuti e arrivo"
"Vabene la aspetto di nuovo"

Mi avevano mandato al 45,avevo percorso milioni di kilometri,attraversato valli e lande desolate,sconfitto draghi e maghi. Avevo sudato inutilmente, dov'era Gondor?

Filai veloce verso il 95,di corsa. Altro sudore,la sete cresceva,il coccodrillo della Lacoste era a pancia in su,morto.
Arrivai al 95,c'era lei ad aspettarmi.
Una vecchia decrepita di 80 anni,capelli cortissimi,bianchi e sporchi,un culo gigante,due gambe simili alle zampe di un elefante.
La carne cedeva dal corpo bianco pallido,ma la faccia reggeva,era secca,era come se tutto il corpo fosse gonfio di acqua e la faccia tirata da due mollette dietro la testa.
Portava un paio di occhiali da vista rotondi,con le lenti blu.
E per finire una vestaglia bianca semitrasparente tutta con fiorellini e api disegnate.

Capii che ero giunto alla fine.

PARTE 3

"Salve,sono la signora Rosanna,ma dove era finito??"
"signora,mi hanno mandato da un altra parte,ho tardato per questo motivo"
"Vabene,mi segua"

Si girò,cominciò a camminare,io la seguivo,entrai in un giardino condominiale,poi in un altro,poi un altro ancora.
Giardini condominiali ovunque.
C'erano due gatti bianchi sotto una bmw nera , mi diedero una guardata,si rimisero a dormire.

Arrivammo al classico portone in alluminio giallo e vetri scuri .Si girò , mi guardò negli occhi.
"diamoci del tu",fece lei.
"..... ok", risposi.
"piacere,Rosanna", mi tese la mano.
"piacere,Francesco",gli tesi la mia.

Entrammo nel palazzo,lasciai il carrello nell'atrio.
" Francesco io prendo l'ascensore,te fai come vuoi"

Ho paura degli ascensori,è una fobia che ho da piccolo, ma non mi andava di fare le scale dopo mezzo pomeriggio passato a girare a piedi , decisi che era meglio soffrire e patire il malefico.

Nella scatola lei mi guardò fisso,tutto il tempo,per tutti i piani ( 6 ).

Arrivammo alla porta,lei tirò fuori non sò da dove una chiave lunga e stretta,che infilò nella serratura.
Al decimo giro la porta si aprii.
La casa era vecchia,per terra c'erano vecchie mattonelle in granito bianche e nere ,assomigliava alla casa della madre di mia madre .
Entrammo.
" adesso metto il caffè"
"ma no guardi non serve.."
"no no io voglio il caffè e tu lo prendi tu lo prendi con me "
"ma no grazie.. proprio no guardi "
"tu ascolti Battisti?"
" si.. ogni tanto"
"allora metto Battisti"
Entrò in un salottino pieno di foto antiche e chincaglierie varie.
C'era un mondo di roba strana, da oggetti scultorei in bronzo a una serie di accendini messi in fila su un comò a delle lampade tiffany coloratissime e vecchissime accanto a dei giradischi.
Mentre si dirigeva a uno dei giradischi disse "Io Battisti lo sento a tutto volume,mi piace Battisti,lo sento sempre,sto facendo una collezione sai?"

Annui , feci un breve sorriso.
Volevo andarmene da li,c'era uno strano odore nell'aria,una specie di odore fruttato ma non sò che tipo di frutto fosse.
Forse era droga,forse era un sogno.
Rosanna attaccò Lucio a tutto volume,e Lucio tornò in vita solo per noi.
" QUELLAAA SERAAAAA!!!! ADESSO TI VEDO SOLO IN VIIISOOOOOOO!!! EEEE TUTTO POIII ALL' IMPROVVISSOOOOOO!!!! ...."
Non sentii piu nulla , Rosanna mi stava dicendo qualcosa, io non la capivo,davvero,la musica era cosi alta che credo avesse coperto  quella delle giostre ( la sigla di Mai dire Gol (1996) quando facevano vedere le cazzate che combinavano i giocatori in campo ).
Andò in cucina,accese il caffè,io la seguivo,dato che non era casa mia.
"adesso ti faccio vedere cosa devi portare al negozio "
"..ok"
Entrammo in una camera,semi vuota,c'erano delle cornici appoggiate a terra.
Ne prese due.
"ecco,ecco,queste devi riaggiustarmele.."
"ma il negozio mi ha mandato qui per una specchiera.."
 Ci fu un attimo di silenzio.
Lei rimase su quelle parole,mi fissò,i suoi occhi erano verdi e scuri,piccoli,pieni di follia.
" ma... ma... ma quale specchiera?? io ho detto al negozio di una cornice a specchio"

Capii che il mio capo,il titolare,era un pò rincoglionito.

"vabene sognora,non fà nulla, mi dia le cornici"
Avevo sete,tutta quella musica mi stava stonando la testa , quell'odore mi stava allucinando.
"si ma aspetta,ci sono anche quelle", indicò col dito.
Girai la testa,vidi altre cornici,4,molto grandi,tutte poggiate su un comodino.
"vabene prendo anche quelle"

Mi stava dicendo qualcosa quando si interruppe dicendo "oh! il caffé!"
Corse in cucina,le ciabatte che portava fecero - sclap sclap sclap sclap -
Tornò nella stanza dove ero io,"vieni a lavarti le mani"
"come scusi?"
"Francesco,è pronto il caffè,vieni a lavarti le mani"
"ma non serve guardi.."
"no dai vieni.."
 Si diresse nel bagno,un bagno cupo,blu turchese.
Forse era una trappola,forse voleva tirarmi una forbiciata in gola,coperti dalla voce del fu Lucio Battisti.
Mi diressi verso il bagno,lei andò in cucina.
Mi diedi una lavatina veloce alle mani,decisi di non asciugarmele dove sele era asciugate lei,i miei jeans andavano bene lo stesso.
La vidi apparire con un piattino d'argento e  caffè.
"vieni in salotto,beviamo!"

PARTE 4

Ci sedemmo,Lucio strillava, il tempo passava. Credo fossero le 6.
Rossana andò al giradischi,tolse via dalle balle il sor Battisti,poi tornò a sedersi su una sedia.
"vorresti dello zucchero?"
"si grazie"
" purtroppo non ce l'ho più.."
"...lo prenderò amaro ,allora"

Presi la tazzina,il caffè era nero come la morte,poteva essere avvelenato,poteva averci messo il cianuro,la stricnina,reldan 22,confidor, aconito e tanto altro ancora bambini.
Diedi una sorsata,era amarissimo,forse un calcio nelle palle era meno amaro.
Lo buttai giu tutto,faceva schifo.
Lei anche lo buttò giù,sorrise.
"com'era?"
" fantastico! Adesso credo che debba andare "
"no aspetta,ahhahahahahahha! fuma."
"ma no grazie.."
Tirò fuori un pacchetto di Pall Mall rosse.
In pratica,stava tentando di avvelenarmi,solo che le donne e il fumo e l'amarezza in generale non mi facevano piu tanto,ero abituato,ero un duro.
Prese una sigaretta ,la mise in bocca,la accese e tirò una lunga boccata.Il fumo blu gli usci dalle narici,mi fissò.
Io presi una pall mall,feci quello che fece lei,la sfidai. Feci uscire il fumo dalla bocca e lo respirai dalle narici,ributtandolo via dalla bocca.

L'aria era estremamente folle,c'era una vecchia scema che giocava a fare la matta con un pazzo.

"Andiamo a prende le cornici"
"vabene ti seguo "
"chiamami Rosanna"
"vabene Rosanna"
Mosse il suo culo verso l'altra camera,lentamente.Durante il tragitto indicò col dito una foto
"quello è mio padre,maresciallo di marina"
 Non dissi niente.

Entrammo nella camera di prima .Prese una cornice.
"Questa me lha mandata mio figlio dall'Africa"
"lavora li"
"è morto li"
"...."
"i negri lo ammazzarono quando c'era l'apartheid,stava cercando l'oro lui"
Non dissi niente.
"Ecco allora prendi queste e quelle"
Presi un mucchi di cornici,la pall mall era giunta al traguardo,la testa mi girava.
"bene ,credo di avere tutto,vado" dissi con la sigaretta ancora tra i denti.
"vabene Francesco,allora grazie,e grazie per le cornici "
Sorrisi.
Mi apri la porta,la oltrepassai,un chiodo di una cornice mi taglio un pò un dito.
Sopportai e non dissi nulla.
Feci le scale,scendendo sentii lei che mi salutava a gran voce.
Non mi girai.
Arrivai al pianoterra,il carrello era ancora li,sputai via la sigaretta.

Poi misi le cornici sul carrello.
Poi  varcai il portone e passai attraverso gli stessi giardini condominiali di prima,solo che erano le 7.
Due ore,avevo passato due ore non sò a fare cosa. A sentire Battisti?
Avevo la gola amara e secca,la testa mi faceva male,dovevo rifarmi mille kilometri a piedi.

PARTE 5

Tornai al negozio,le saracinesche erano abbassate,tranne quella dell'entrata.

"MA dove sei stato?? ti sei perso per strada??"
Poggiai il carrello in un angolo.
Mi girai verso il titolare.
"LA PROSSIMA VOLTA CHE TENTI DI UCCIDERMI FALLO SENZA FARMI SOFFRIRE !"
























4 commenti:

Matteo R. ha detto...

Lo sappiamo tutti cosa dirà Luigi quando leggerà questo post, no?

Proprio bello, certe parti mi sono piaciute un sacco

Francescooh ha detto...

e pensare che ho scritto il minimo indispensabile,altrimenti se avessi raccontato tutta tutta la storia sarei andato a sbattere alle due di notte.

livio15 ha detto...

la parte dello zucchero è fantastica, non so perché mi ha colpito in particolare, comunque se non lo farai tu giuro un giorno di questi passo da te e mi scarico tutti i post che hai scritto, ci farò una raccolta e la pubblicherò, cosi com'è ;)

Luigi ha detto...

Mentre lo leggevo pensavo che era il più bel post mai scritto, ma scriverlo adesso è banale.

Le frasi più belle:
- quella dello zucchero (Livio ha ragione)
- quella sul figlio in Africa
- "In pratica,stava tentando di avvelenarmi,solo che le donne e il fumo e l'amarezza in generale non mi facevano piu tanto,ero abituato,ero un duro"