sabato 11 maggio 2013

Preludio estivo

Poi arrivò l'ultimo giorno,oggi,un Sabato qualunque.
La mostra finiva proprio oggi,ma la curatrice non mi aveva avvisato che finisse con un giorno di anticipo.
Ad ogni modo,andai al Forte a piedi,come al solito parcheggia la FIAT dietro le poste centrali.
Erano le 5 pomeriggio,tirava vento. Entrando vidi che c'erano da una parte tanti intellettuali,gli stessi della volta scorsa,quelli che facevano sempre "si" con la testa.
E poi c'erano un sacco di donne,di tutte le età,chi vestita in un modo,chi in un altro,tante avevano i tacchi.
Vidi la curatrice parlare con quella famosa artista ,quella Fernanda,Floriana (Faggiana?) Galeone.
Mi vide (la curatrice,l'altra era troppo impegnata a far finta di sapere tutto) , mi chiamò con la mano.
Andai li,ero stanco,avevo lavorato una mattinata intera al magazzino a colare quintali di gesso alabastrino dentro a centinaia di stampi,sempre in piedi.Faticavo a camminare,mi facevano male le ginocchia,le gambe erano un peso,le palle erano un peso,l'aria era un peso, la revisione scaduta era un peso.
"Salve Olivieri!, non sò se ti ho detto che oggi finisce la mostra "
"Salve,me lo ha appena detto"
"è strano però,l'ho detto a tutti in anticipo"
"eh già proprio a tutti,comunque vedrò di fare qualcosa.."
Lei fece una risatina isterica , io gli sorrisi ,avrei voluto sparargli in faccia.
"Comunque rimanga qui , tra poco inizia il meeting "
"quale meeting? "
"quello sulla - violenza sulle donne - "
"di certo avrà detto a tutti con largo anticipo dell'evento.."
Fece un altra risatina isterica.
Mi allontanai, mi andai ad appoggiare ad un muro,mi accorsi troppo tardi che quel muro era costellato di fottuti ragnetti rossi.
Stavano ovunque,sulle sedie, sui muri,per terra.Non c'era modo di evitare di schiacciarli e macchiarsi di sangue.
In pratica,non c'era modo di non commettere un omicidio.
L'unico posto che questi sgorbi non avevano popolato erano le zone d'ombra.
Il meeting stava per iniziare,tutta la folla di prima si metteva seduta,facendo stragi di migliaia e migliaia di ragni.
Forse nemmeno Stalin aveva ammazzato cosi tanti esseri.
Io rimasi in piedi,interdetto se rimanere al sole e sporcandomi la schiena di questo atto cosi grave o andare all'ombra e gelarmi per il vento che tirava da ovest.
Decisi di staccarmi dal muro e rimanere a guardare il meeting in piedi,dietro la gente seduta,come un albero secco in mezzo al deserto.
Il meeting iniziò ,una cicciona prese il microfono in mano e scattò un applauso immotivato.
La tizia cominciò a parlare di diritti e doveri,famiglie,coppie,avvocati...tutte cose noiosissime,tutto interrotto da applausi flosci.
Alcuni facevano "si" con il capo.
Poi venne la volta di un altra,una signora bionda sui cinquanta, con un kilo di rossetto e qualche tonnellata di cipria in faccia, era una che parlava dell'amore,dell'amore verso il compagno,dell'amore verso la famiglia.
Poi , dopo aver parlato per circa mezz'ora,passo il microfono ad un altra.
Questa era mora,sempre sui cinquanta,semi-obbesa,con un tatuaggio sul polpaccio,una farfalla.
Lei parlava di violenza sulle donne e della loro emancipazione. (non sò chi abbia mai avuto il coraggio di violentare una cosi,avrei preferito una storia d'amore con un tombino)
Era come se tutte le donne erano vittime dell'amore,tutte vittime di un uomo che le picchiava senza motivo,tutte vittime di una persona che tutto sommato loro avevano scelto di scopare.
Talvolta non capisco.
Dico davvero.

Ma a noi chi ci difende? Chi difende quei poveri cristi che vengono puntualmente attaccati da quelle arpie che rompono solo il cazzo H24?
Semplice,non li difende nessuno. Quelli sono destinati a subire a vita,depressi,inetti. Poi succede che un giorno si ribellano e allora scatta il meccanismo della - violenza sulle donne- ,salta fori la parità dei diritti ecc ecc...

Il meeting durò circa due ore, salutai la curatrice,evitai quelle due-tre persone pronte a chiedermi "ma lei è Olivieri,l'artista?"
Non volevo parlare con nessuno,ero venuto solo perchè qualcosa mi aveva spinto ad andare li ma non sò cosa fosse.
Man mano che la gente si alzava dalle sedie,si vedevano tanti puntini rossi sui culi e sulle schiene .
Mi diressi verso l'uscita , driblai un paio di imbecilli e un fotografo alto e vecchio che in tutte quel tempo li aveva scattato forse due foto.

Tirava ancora vento, ma per quanto tempo ancora questo vento avrebbe spinto le foglie a volare?










1 commento:

livio15 ha detto...

mi dispiace tantissimo di non essere venuto ma sono stato bloccato a casa, le cose qui non vanno molto bene.
La narrazione prende sempre di più e la nota finale è tanto scontata quanto onesta, quindi è bella, se sarò ancora vivo da qui a due settimane ci andiamo a mangiare qualcosa, voglio rivedere un po di vecchi amici, un saluto fra.